Proverbi, detti e modi di dire cameranesi!

Proverbi e detti cameranesi!

Finalmente, parliamo del nostro bellissimo dialetto, prima trattando l’argomento brevemente e poi ricordando alcuni simpatici proverbi del nostro paese, Camerano!

Il nostro dialetto appartiene alla categoria dei dialetti italiani mediani, ossia dell’Italia centrale. I dialetti italiani mediani della nostra zona sono ad esempio l’anconetano, l’osimano, il filottranese, lo jesino e il fabrianese.

Scendendo nel particolare, possiamo dire che il cameranese fa parte dei dialetti gallo-italici della zona del Conero.

Abbiamo deciso di parlare del nostro dialetto, perché riteniamo che le nostre lingue locali, spesso incomprensibili tra un paese e l’altro, caratterizzano l’Italia in modo singolare. Così come i prodotti tipici locali, i dialetti ci fanno conoscere i luoghi, i modi di fare e di pensare delle persone!

E allora, ecco un assaggio dei nostri simpatici modi di dire!


Proverbi e detti

Quando ci si riferisce ad una persona molto anziana: E’ un pezz’ ch’è lu’ (E’ da un pezzo che è lui)

Rivolgendosi ad una persona sconosciuta: Eh, cul’om’! (Ehi, quell’uomo!)

Una persona molto paurosa: Quell’ c’ha paura pur’ d’ l’ombra sua (Ha paura persino della sua ombra)

Di una persona che va in cerca di guai: Va c’rcann i giorni ch’ n’é pari (Va in cerca i giorni che non sono pari)

Di una persona molto sporca: E’ ner cum’al tizz (E’ nero come il carbone)

Di una persona  che mangia molto: Corp’ satoll’ nun cunosc’ el digiun’ (Corpo satollo non conosce digiuno)

Quando un gruppo di persone non riesce a trovare un accordo: Fan’ al giog’ d’ l’ua’, ognùn’ a casa sua (Facciamo il gioco dell’uva, ognuno a casa sua)

Quando qualcosa va a finire nel migliore dei modi: E’ ‘ndata com’ ‘na camigia stirata (E’ andata come una camicia stirata)

 

Nella scelta per fare del bene o del male: Fa el ben e scordt’, fa el mal’ e pens’c’! (Fai del bene e scordati, fai del male e pensaci)

Di una persona che vuole apparire bella ma non è disposta ad affrontare i “dolori” che questo può comportare: Chi bel vol’ cumparì, calca pena ha da suffrì (Chi bello vuol comparire, qualche pena deve soffrire)

Di una persona un po’ matta: J’ manca ‘na rutella o J’ manca calc’ v’nardì (Gli manca qualche rotella, gli manca qualche venerdì)

Di una persona che non si è vista in giro: Nun t’ho vist’ in vell’ (Non ti ho visto da nessuna parte)

Di una persona povera: Nun c’ha manc’ i occhi p’r piagn’ (Non ha neanche gli occhi per piangere)

Abbiamo fatto qualche esempio del nostro dialetto attraverso detti, proverbi e modi di dire! Ci auguriamo che questo articolo vi sia piaciuto!!

Per l’articolo sul contributo della famiglia Ceci a Camerano, cliccate qui!